Chi sono

Chi sono


«Quello del procione.»

Alan Thomas Bassi, editor freelance e autore di romanzi e racconti multigenere.

Divoro, scrivo e correggo opere di fantascienza, narrativa letteraria, weird,

horror, sportiva, fantastica, americana e molto altro.

Se tu puoi pensarlo, io posso editarlo.

«Mi appassionano: le cose fatte bene, le escape room, le maschere antigas, Stephen King, lavorare fino a notte fonda, i procioni, l’uncanny valley, i luoghi abbandonati, i puzzle, i film horror, i bunker, i disturbi mentali, la marmellata di castagne, le stelle e i pianeti, la guerra fredda, l’ex Germania Est, cucinare per il cenone di Natale, le mutazioni genetiche, il mondo vegetale e dei funghi.»

All’inizio temevo che la mia pluralità d’interessi potesse essere una debolezza. Siamo abituati a considerare l’eccellenza sinonimo di specializzazione in un unico settore. Ma l’universo è composto da una vastità sterminata di stelle: perché puntare i nostri telescopi su una soltanto?


Nel 2015, il mio primo romanzo è arrivato in finale al Premio letterario Neri Pozza. Ero un esordiente totale. Lavoravo in un call center e sentivo di avere un disperato bisogno di un’opportunità. All’epoca non sapevo granché del mondo editoriale, ma volevo scrivere, e credevo bastasse.

Uscendo dal magnifico palazzo storico in cui si era svolta la premiazione, e in cui avevo appena perso, incontrai Eshkol Nevo. Ero ingenuo e troppo giovane, perciò mi sentivo finito. Una cartaccia calpestata per strada. Lui se ne accorse. Mi sorrise e, in inglese, mi diede un consiglio: “Non preoccuparti se sei arrivato secondo. Io di rado ho vinto un premio letterario, eppure tra pochi giorni sarò a Expo di Milano a presentare il mio romanzo. Continua a scrivere, non mollare.”.

Nel 2018, inviai un racconto horror a un concorso. Mi scartarono. Lo revisionai e riprovai con una rivista letteraria, dove il curatore mi notò. Quell’autunno, durante Stranimondi, uscì l’antologia weird “Strane creature – vol. 1”, edita da Watson Edizioni, e firmai il mio primo autografo.

Da allora ho pubblicato svariati racconti per case editrici, su riviste e blog letterari. Ho presentato libri, scritto prefazioni e articoli culturali. Ho inoltre tenuto tre corsi di scrittura creativa, sia base che avanzati. È stato lavorando a stretto contatto con le paure degli allievi e i loro testi che ho capito nel profondo il significato delle parole di Eshkol. Non si trattava solo di me. Tutti gli autori temono il rifiuto; tutti si sentono, talvolta, cartacce calpestate per strada. E io potevo aiutarli.


Dal 2019 al 2020 ho frequentato Apnea, il corso di editing di Francesca De Lena, e poi la Masterclass avanzata. Ho proseguito la formazione con i corsi di Michele Vaccari, Francesco Trento e, nel 2022, di Giorgia Tribuiani in Bottega di Narrazione di Giulio Mozzi. Molto l’ho imparato da Ambra Rondinelli.

Era un sontuoso mattino di maggio quando ho ricevuto la prima telefonata di gratitudine da parte di un mio autore che era riuscito a pubblicare. In quell’istante, ho compreso come tutto fosse collegato: le lacrime ghiacciate sul mio viso quella sera del 2015, l’odore di fumo di sigaretta per le strade di Milano. Lo sgretolamento che sentivo dentro, il cuore in cenere. Tutto era stato necessario. I rifiuti lo sono sempre, anche quando infrangono un sogno. L’importante è raccogliere le schegge, come i procioni, e lavarle fino a farle risplendere.


Oggi ho in cantiere tre romanzi e almeno il doppio dei racconti. Lavoro come editor e/o correttore di bozze freelance per diverse case editrici, come Moscabianca Edizioni, Edizioni Piuma e Edizioni della Sera. Ho editato e valutato oltre un centinaio tra opere lunghe e brevi. Alcune hanno raggiunto il traguardo della pubblicazione, altre si sono piazzate in finale in alcuni dei concorsi letterari più importanti del panorama editoriale italiano, come il Premio Urania. Amo tutti i miei allievi e autori, che hanno mantenuto con me un rapporto speciale, creatosi in mesi di lavoro fianco a fianco sulle loro opere.


E sì: sono io, la persona che prima aveva un altro nome, ma non è importante, come non lo è il passato. Ciò che conta è il presente, il sorriso che ti sto rivolgendo e il futuro della tua opera.

I miei dogmi inossidabili

  • Nessuno viene abbandonato.
  • Il talento senza allenamento costante non porta a nulla.
  • Aspettare l’ispirazione è un alibi. L’unica via per diventare autori è scrivere.
  • È meglio scrivere dieci pagine schifose che non scrivere niente.
  • Se puoi evitare un avverbio, evitalo.
  • Se non puoi evitare un avverbio, rileggi meglio ed evitalo.
  • Se vuoi scrivere, non torturarti se per un giorno ti godi una gita fuori porta: se non vivi mai, di cosa pensi di poter scrivere?
  • Non esiste l’identikit dello scrittore: se hai un blocco, se non scrivi per anni, se hai iniziato a cinquant’anni, se non hai finito le scuole, se ogni tanto non hai voglia di scrivere, se non hai ancora pubblicato: sì, sei comunque uno scrittore. Non sei un impostore, sei umano, e io ti credo.
  • Tutti i dettagli di una storia sono sacrosanti, purché abbiano una ragione narrativa.
  • L’editing e l’editor non possono né devono snaturare le storie. Arrivano al midollo e spremono il succo da ogni virgola, ma l’ultima parola sulle modifiche la ha l’autore.
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