Cosa scrivo

Scrivere, perché?

Perché non voglio vivere una vita soltanto. Voglio esplorare ogni possibilità, sperimentare tutto. Voglio viaggiare in ogni Paese del mondo, sopravvivere su lontani pianeti, scoprire come sarei nel 3021, come sarei stato nel 1021 o come uomo delle caverne. Voglio provare a essere animale, pianta, bambino, donna, persona intersessuale e scoprire come ci si sente. Voglio volare, fumare, essere un salutista incallito, guidare un camion in Alaska, insegnare in una scuola di bambini di un villaggio congolese. Voglio tutto, ma ho una sola vita. Con la scrittura, invece, ne ho miliardi. L’unico limite è la fantasia. E sì: alcuni testi presentano uno pseudonimo femminile; altri riportano solo il mio primo nome, Alan. Non preoccuparti: sono sempre io.

Romanzi:


FANTASCIENZA

- Oltre la nebbia, Edizioni Piuma, 2022

Parole chiave: montagne, bunker, speranza.


Estratto: “"Il suono della paura è la voce di mia madre che mi riscuote dal sonno.

«Carlotta. Svegliati, dobbiamo andare».

Mi strofino gli occhi. La cameretta è immersa nel buio tranne che per uno strano bagliore giallastro, come di latte acido, che proviene dalle persiane chiuse. Forse è l’alba, penso, ma poi guardo la sveglia sul comodino e capisco che non è possibile: sono le due e dieci.

«Laura, vesti la bambina e scendi!» urla papà dal piano di sotto.

La mamma mi tira su di peso e m’infila il cappotto sopra il pigiama. Non è mai successo prima d’ora. La guardo in faccia. È spettinata e ha le occhiaie. Sento il cuore battere forte come la campanella di metallo nei corridoi della scuola. «Mamma, dove andiamo?».

Lei guarda verso la finestra, dove l’alone giallastro si è fatto più intenso. Torna ad abbottonarmi il cappotto. «In montagna. Nella casa a San Martino di Castrozza, te la ricordi?».

Annuisco.

«Ok. Dai, sei capace, finisci da sola» mi ordina. Prende dal comodino la mia maschera antigas, l’unica ad avere un fiocchetto rosso incollato sulla fronte, e me la infila. Sento i ganci scattare dietro la testa. Subito il respiro mi appanna gli oblò sugli occhi. La mamma regola la valvola mentre io cerco di infilare i bottoni nelle asole senza vederli.

«Mamma? È arrivata, vero? La nebbia è qui?».

«Sì. Sì, è qui. Forza, muoviti».

Papà urla qualcosa di sotto e Francesco, mio fratello, gli risponde con lo stesso tono nervoso. Sento sbattere la porta di casa, poi i rumori delle portiere della macchina. Fuori rimbomba lo stesso diluvio incessante degli ultimi tre mesi. Mi sforzo di non immaginare papà e Francesco che si squagliano sull’asfalto sotto la pioggia acida, fumando, ma anche se so che indossano gli impermeabili speciali e i guanti è difficile smettere di pensarci.

La mamma si sistema a sua volta la maschera, poi mi afferra la mano e raccoglie il trolley. L’avevamo preparato giorni fa, nel caso le cose fossero andate davvero male. Io vorrei prendere anche il libro con la copertina rossa che mamma mi legge tutte le sere prima di andare a dormire, ma so che la macchina è piccola e a qualcosa dobbiamo pur rinunciare.

Insieme ci affrettiamo verso le scale. Mentre corro, noto le porte spalancate delle altre camere. La gabbia di Pollo, la cocorita di papà, è aperta e vuota. Nella stanza di Francesco i pochi vestiti rimasti sono sparsi ovunque.

Al piano di sotto regna lo stesso caos. In cucina sembra appena esplosa una bomba. Il frigorifero ha la porta spalancata. Dentro non c’è niente. La lucina è staccata.

Mentre guardo per l’ultima volta casa mia, mi sento così anch’io."

Racconti gratuiti subito disponibili per la lettura, pubblicati su riviste e blog letterari:


NARRATIVA AMERICANA

- Supereroe (Crack)

Parole chiave: officina, salvezza, cenere.


Estratto: “In quel periodo le cose non mi giravano benissimo. In casa riuscivo ancora a tenerci abbastanza pulito, ma la mamma non accennava a riprendersi e a scuola non andavo più da un pezzo. Ogni mattina, mentre i miei compagni salivano sulle auto dei loro vecchi e si facevano scarrozzare a lezione, io uscivo dal cancelletto e m’infilavo le mani in tasca, camminando a piedi fino al grosso edificio annerito dell’officina Worly. Inverno, afa, neve, era uguale. Due miglia intere a piedi, e alla fine ero così stanco, o intirizzito, o fradicio di pioggia, che infilarmi la tuta da meccanico per dieci ore al giorno mi sembrava la cosa per cui essere più grati al mondo. Un pensiero stupido, ma quando a pranzo ti riempi lo stomaco d’acqua e a cena mangi sempre la solita lattina riscaldata di SpaghettiOs al pomodoro da ottanta centesimi tendi a non ragionare mica più tanto bene.”


*


- Blueberry pie (Crack):

Parole chiave: mirtilli, pallottole, segreto.


Estratto: “Per chi passa dall’I-78, e sono parecchi da quando hanno chiuso la vecchia strada, Saltwater non sembra granché, come posto. Non per via dell’acquedotto con le scritte sbiadite, e nemmeno perché, all’entrata della città, il cartello è sforacchiato dalle schioppettate. Il fatto è che, dall’alto dell’Interstatale, Saltwater s’intravede appena, per via del bosco. Avete presente quanto è difficile, da lontano, individuare a occhio nudo i mirtilli in mezzo ai cespugli? Per Saltwater è lo stesso, e a noi sta bene così. Ci piace la nostra tranquillità, e per chi vuol giocare a fare il turista il New Jersey è pieno di posti in cui i diner servono pork roll e disco fries affogate nella mozzarella.”


*


- Lonesome town (Narrandom):

Parole chiave: amici, drink, preservativo.


Estratto: “Ho fatto di tutto per sbagliare strada, ma alla fine ci arrivo, al Rosie’s.

È uno di quei posti che trovi per forza. Anche un idiota ci riuscirebbe. Parti da Bangor e ti macini una trentina di miglia sulla vecchia interstatale, direzione Stetson, che qui da noi non è un cappello, bensì un paesino che vanta di aver dato i natali, nei primi del ‘900, al bue più grosso del mondo. Sai che roba. Poco oltre la falegnameria dei fratelli Eisler c’è una deviazione. Tu metti la freccia a sinistra, scendi giù per la sterrata e il gioco è fatto.

Il termometro sul cruscotto segna meno quindici mentre scalo in prima e mi preparo ad avanzare a passo d’uomo lungo la stradina. È talmente imbiancata che sembra di guidare su un nastro sospeso in mezzo al bosco. Non è poesia, è la cazzo di neve. Nevica sempre un casino, nel Maine.”

NARRATIVA MAINSTREAM

- La Vergine Maria (Il rifugio dell’Ircocervo)

Parole chiave: autobus, rasoio, espiazione.


Estratto: “Il mattino in cui prese la sua decisione, si alzò dalla scrivania nel call center in cui lavorava, depose le cuffie sul tavolo, mise in pausa la barra telefonica e raccolse la borsa. Era grande, un po’ sbucciata sui lati, perché lei preferiva sempre risparmiare i soldi per realizzare il suo sogno di andare in America, un giorno. A casa, aveva ricavato un salvadanaio da una bottiglia del latte e dentro ci conservava tutti gli spiccioli su cui riusciva a mettere le mani: i resti dei caffè, le monetine che scovava nelle tasche dei pantaloni di suo marito prima di infilarli in lavatrice, perfino i centesimi che trovava per strada. Anche quella era diventata un’abitudine: guardare per terra invece che in alto, verso il cielo. Ma quel giorno tutto sarebbe cambiato.

Quel giorno se ne sarebbe andata.”


*


- Pezzi mancanti (Split)

Parole chiave: aperitivo, puzzle, orgasmo.


Estratto: “Il caffè alla fine venne su. Alice spense il fuoco, sollevò il coperchietto di metallo e rimase a guardare i fiotti scuri che sgorgavano dal beccuccio centrale finché tutto non cessò. Poi si versò una tazza e andò al lavabo. Ci aggiunse un po’ d’acqua del rubinetto e guardò fuori. Sopra l’acquaio c’era una finestrella. Quadrata, con le tendine ai lati. Da bambina le disegnava proprio così. Anche i figli di Daniela. Chissà perché i bambini disegnavano sempre le cose uguali. Il cielo blu solo in cima al foglio. Il sole col sorriso. E le tendine.

Guardava fuori e intanto sorseggiava il caffè amaro. Il cortile era invaso da erbacce e attrezzi da giardino. Anche le siepi erano in disordine, tutte aggrovigliate.”

THRILLER

- Mi stai ascoltando? (Malgrado le mosche)

Parole chiave: ossessione, topo, recipiente del latte.


Estratto: "L’abitacolo era un bollore. Le zanzare ronzavano intorno allo specchietto come streghe a un sabba. Ruth tracciò una riga sul secondo nome della lista.

Tutto procedeva bene. Con il primo tentativo aveva dovuto pianificare i dettagli, ma ormai le sembrava di averci preso la mano. Ripensò al souvenir sul retro del furgone. Sorrise.

Abbandonò la nuca sul poggiatesta contemplando l’area di sosta. Poche auto. Un tizio pisciava contro una roccia. Una coppia scattava foto dal belvedere che dava sulla foresta nazionale di San Bernardino. La brezza che montava dallo strapiombo odorava di corteccia.

Chiuse gli occhi. Mezz’ora. Tanto poteva concedersi prima di trovare qualcuno a cui chiedere indicazioni. I cellulari erano comodi, peccato si scaricassero in fretta. Si massaggiò il collo dolorante. Avrebbe ucciso per una notte di sonno.

Un colpo contro il finestrino.

Sussultò. Fuori c’era il pisciatore. Portava una camicia a quadri cincischiata e una t-shirt con la faccia di Trump. Teneva indice e medio divaricati davanti alla bocca nel gesto di fumare.

Lei non si mosse.

L’uomo tirò un altro colpo al vetro. «Oh, sei sorda?»

Fu tentata di scendere e ringhiargli che i repubblicani meritavano di fare la fine del secondo tentativo per aver eletto l’idiota che stava cercando di cancellare l’Obamacare. Ma John le aveva insegnato che tutti ricordano i maleducati, perciò abbassò il finestrino.

«Ehi, amico. Aspetta.»

Lui si fregò le mani con ogni probabilità ancora umide di piscio. Ruth aprì il cruscotto e sfilò un pacchetto di Pall Mall accartocciato. Sfiorò l’impronta delle dita di John. Per un attimo risentì l’aria fresca della campagna toscana, il profumo fiorito del miele sul pane. Poi tutto tornò a fare schifo. Estrasse una sigaretta.

«Tieni. L’accendisigari è rotto.»

L’uomo l’accettò. «Fa niente.» Scartò la sigaretta e sbriciolò il tabacco. Poi si tappò una narice e tirò di fronte a lei con un forte risucchio.

«Dovresti andarci piano. Mio marito è morto per quella roba.»

Lui la fissò. Le rughe dell’uomo parevano croste di pneumatici nel fango, dure e antiche come Cristo. «Amen» disse."

Racconti acquistabili, pubblicati singolarmente o in antologia da case editrici:


FANTASCIENZA

- Il giardino del diavolo (antologia Human/ di Moscabianca Edizioni)

CARTACEO

Parole chiave: spore, proliferazione, apocalisse.


Estratto: “Le spore del fungo arrivarono sulla nave cargo sotto lo scarpone destro di uno dei macchinisti. Si era dovuto mettere alla guida del camion alle tre del mattino, con la barba incrostata di ghiaccio pigiata a forza nella maschera antigas, per arrivare in orario al lavoro. Dopo il fine settimana passato a rastrellare foglie e trapiantare bulbi in giardino, si sentiva i muscoli induriti come il fango congelato che gli scricchiolava sotto le suole.

Era sempre stata sua moglie a occuparsi delle piante, finché non si era ammalata. Quando il medico aveva pronunciato la parola “inoperabile”, lui ne era quasi impazzito. Lei, invece, aveva iniziato a sistemare le sue cose con grande calma. Aveva lavato le tende, spolverato le mensole in alto, preparato tutte le ricette che si era sempre ripromessa di provare fin da prima del matrimonio. Insieme avevano scelto la musica e ogni dettaglio del funerale. Gli appunti, inclusa la scelta sul suo fine-vita, stavano scritti sul modulo della REVIVO S.r.l. poggiato sopra il comodino.”


*


- Golden girl (antologia Olimpiadi di Toronto 2112 e Universi smarriti di Delos Books; in realtà sarebbe fantasport, un ibrido)

CARTACEO/EBOOK

Parole chiave: Marte, spinaci, campionato.


Estratto: “C’è un solo cubicolo nel bagno dello spogliatoio destinato ai terrestri. Pareti nere come quelle di una bara. Il gabinetto è un foro scavato nella terra rossa. Non c’è carta. Non c’è nemmeno la serratura, ma all’interno della porta è appeso uno specchio, così se vuoi puoi guardarti mentre stai cacando, per non dimenticarti chi sei.

Inspiro a fondo, fissandomi le scarpe da ginnastica. Sono sbiadite, molli come pantofole, ma i tacchetti fanno ancora presa. Non molta, ma abbastanza per la partita di oggi: l’ultima. Non del campionato, non di un girone. L’ultima in assoluto, almeno per noi terrestri.”


*


- Dissolvenza (rivista Lost Tales Andromeda numero 4 di Letterelettriche Casa Editrice)

CARTACEO/EBOOK

Parole chiave: scogliera, solitudine, feto.


Estratto: “La notte scorsa ho sognato di tornare a casa. C’erano pareti di un materiale liscio, talmente bianco da accecare. Intorno a me, minuscola e prigioniera, cose senza nome si muovevano in ampolle. Un artiglio meccanico ci manovrava dall’alto. Era spaventoso, ma familiare. 

Mia madre mi aveva avvisata. Secoli orsono, disse che avrei sognato un luogo ignoto ma che, per istinto, avrei riconosciuto come casa. Non le credetti. Ma immagino che i sogni, come la vita, trovino sempre la strada.

Il gorgoglio di fondo dell’oceano mi accompagna, le bollicine frizzano tra le pinne. Ti porto con me, figlia mia, dove il sogno mi ha sussurrato di andare.

Non ho paura. Dopo una vita di solitudine, nulla può farmi tremare.”

NARRATIVA MAINSTREAM

- Il respiro del mare (antologia Liguri per sempre di Edizioni della Sera)

CARTACEO

Parole chiave: diluvio, moglie, ricordi.


Estratto: “«… un peggioramento delle condizioni meteo su tutta la Liguria, con venti attesi fino a cento chilometri orari e precipitazioni imponenti. Il Presidente della Regione…»

La focaccia mi cade di mano e piomba nel caffelatte, schizzando su tutta la Gazzetta. Alzo gli occhi sulla mensola ad angolo sulla sinistra del bancone, dove Franco ha piazzato quella che lui chiama, con affetto, la regina del bar. Otto chili di legno e ferro sopravvissuti ai tardi anni ’50, un cimelio a manopola la cui sintonizzazione è inchiodata su Radio News 24 da una forza più potente della colla. Franco proibisce a chiunque di variare la frequenza, così come di toccare gli strati di vinili e CD ricoperti di polvere che troneggiano sulla radio.”


*


- La carezza (antologia Il grande racconto di Dalí di Edizioni della Sera)

CARTACEO

Parole chiave: vetro, pugno, orsacchiotto.


Estratto: “Sedeva immobile nel buio da ore e il freddo premeva contro le pareti. Sul pavimento l’ombra della sua testa si allungava fino alla finestra, ma l’oscurità era troppo densa per vedere cosa ci fosse fuori. Il vento squassava gli alberi invisibili e fischiava in spifferi nel salotto di una casa italiana a un numero incerto di una via senza lampioni.

Lui si passò una mano viscida sulla guancia, alzando gli occhi sul divano. Forse, se lo avesse smontato, avrebbe snidato altri spiccioli, e con quelli sarebbe riuscito ad andare avanti ancora un po’. O magari sotto, dove non aveva potuto controllare per via delle ombre. Ma accendere la luce era fuori discussione. Anna si sarebbe svegliata.”


*


- Macerie (antologia Spezzini per sempre di Edizioni della Sera)

CARTACEO

Parole chiave: ponte crollato, coppia gay, futuro.


Estratto: “Quando sbuco in cima alla strada a strapiombo sulle rovine del ponte di Albiano, l'attacco di panico mi sale alla testa e la annebbia. Il respiro accelera mentre sterzo a sinistra nel parcheggio. La sgommata solleva un nugolo di sassolini e ghiaia. Li sento crivellare la portiera dell'auto accanto, ma me ne frego. Il cuore mi romba nel petto, lo stomaco è un pugno contratto. Spengo il motore e afferro il cellulare che avevo scaraventato sul sedile del passeggero quando sono partito da Sarzana neanche venti minuti fa. Provo a richiamarlo.

Il cliente da lei chiamato non è al momento...

Merda.

M'infilo il cellulare in tasca. Appena spalanco la portiera, affondo in una broda rovente di afa che mi toglie il respiro. Boccheggio, forse chiudo, forse no. In un altro momento controllerei; ora riesco solo a pensare al messaggio su WhatsApp e alle espressioni di quei maledetti che ci guardavano da dentro il ristorante, al sicuro, mentre io gridavo e il sangue scorreva.”

FANTASTICO E WEIRD

- L’immortalità del granchio (antologia Zodiaco di Watson Edizioni)

CARTACEO/EBOOK

Parole chiave: oceano, mutazione, Esmeralda.


Estratto: “Corre giù rapida per la stradina di pietra, mezzo metro di ardesia scavato nella roccia vulcanica che si getta nel mare. Il sole le brucia sulla testa. Dal chiosco sulla scogliera sale il profumo dei granchi farciti di alghe che soffocano sulla griglia, rilassando le zampe. È il 2019, è estate, e Lydia indossa un cappotto troppo pesante per la stagione. Eppure sente freddo. In tasca ha: due sigarette, un accendino e tre monete. Continua a percorrerne il bordo mentre scende verso la spiaggia, cercando d’indovinarne il valore. Cinquanta centesimi se ha il bordo seghettato. Cinque se è liscia e non pesa niente. Galleggerebbe? Oppure rimbalzerebbe, come quei sassi piatti che lei e Rosa trovavano lungo la spiaggia? Non ne ha idea, ma non vuole buttare la moneta. Non vuole gettare niente in acqua, solo sé stessa.”


*


- Quelli nei muri (antologia Strane Creature vol. 1 di Watson Edizioni)

CARTACEO

Parole chiave: intrappolati, fame, cannibalismo.


Estratto: “PRIMO GIORNO

Non possiamo uscire.

Ormai ne siamo sicuri.

Cora ha provato a salire fino in cima, ma non c’è nessun appiglio. Non c’è niente lassù. Forse ha ragione Quentin. Lui dice che è tutto un sogno, ma se è così, allora perché non ci svegliamo? E perché Cora si è fatta male cadendo dalla parete?

«Reck, ti spiace venire un momento?»

Vado da lei. È bellissima. Somiglia così tanto a Evelyn da sembrarne una dolorosa copia. Da quando è caduta giace su un fianco, le mani abbandonate sul pavimento. Non ho potuto steccarle la gamba, perciò ora le pende da un fianco, inerte. L’unico modo che ho trovato per tenergliela compressa è stato strapparmi un pezzo dalla manica, così da ricavarne una specie di fasciatura. Mi ha fatto male, ma per fortuna era un indumento che ormai mi andava stretto e che avrei comunque dovuto cambiare.”


*


- Sublimazione (antologia Cloris - Storie per i tarocchi, vol. 1 - Arcani maggiori 0 - X di Pidgin Edizioni)

CARTACEO/EBOOK

Parole chiave: angelo, amore proibito, Amish.


Estratto: “Io e Lorraine camminiamo da un’ora nel freddo e non c’è nessun posto dove andare. Solo un’area di sosta con un lampione rotto sotto il quale ci fermeremo. Lo facciamo ogni Vigilia. Per i nostri ospiti è meno traumatico scendere lì che in città. Nessuno di loro ha mai visto l’elettricità. Non sanno cosa sia un condominio, né un cellulare. Saremo noi a spiegarglielo, mentre i carretti ripartiranno in direzione opposta, verso la contea di Holmes.
Il vento ghiacciato porta l’odore ferroso delle fabbriche. Le guglie lontane degli impianti industriali gemono per la ruggine della vecchia America. Sotto, la melma immobile del fiume. Puzza come una fogna perché l’Ohio è una fogna. Raccoglie gli scarichi di trecentomila water al giorno e nessuno potrebbe mai pensare di farci qualcosa di bello. Tipo suicidarsi.”

SPORT

- Il coraggio di vincere

EBOOK

Parole chiave: Muro, figurine, crescere.


Estratto: “Aveva già visto quel volto da qualche parte. Capelli taglio mullet, pelle azzurra, occhi bicromi da alieno. E la saetta rossa, quella che gli spaccava la faccia a metà come una cicatrice.

«Piace anche a te?» domandò il medico. «Io non vado pazzo per il genere, ma Space oddity è poesia. Secondo me quel ragazzo farà successo.»

Hanna si girò a fissarlo. Quel volto era molto meno interessante. «Chi?»

Il dottore inarcò le sopracciglia grigie e spettinate, ma non alzò lo sguardo dal gesso che stava esaminando. «Come, chi? Ziggy. Il Duca bianco. Pensavo fossi una fan.»

«Quella è sua sorella», s’intromise suo padre. Hanna lo sentì piazzarle la mano sulla spalla. Era grossa quanto la zampa di un orso. «Qui abbiamo un’appassionata di calcio. Domattina ci sono le selezioni, sai? Hanna sarà la prossima stella dell’Hertha Berlino.»”

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